“La grandezza non risiede nell’essere forti ma nel giusto uso che si fa della forza.È il più grande colui la cui forza trascina il maggior numero di cuori grazie all'attrazione del proprio.”
Henry Ward Beecher
Le migliori storie d’amore – si sa – nascono così, quasi per caso: un incontro imprevisto, uno sguardo corrisposto e la consapevolezza che quell'istante segnerà per sempre la propria vita. È successo qualcosa di simile anche quando per la prima volta mi sono ritrovato ai piedi delle imponenti falesie della Grigna: vedere da così vicino la maestosità della regina delle Orobie lecchesi ha acceso in me domande alle quali non potevo non rispondere: Cosa si vede da lassù? Che emozione si proverà nel giungere in vetta e avere tutto il paesaggio sotto di sè? C’era solo un modo per scoprirlo: incamminarmi. E così feci, iniziai a salire lungo quei sentieri di terreno battuto in mezzo al bosco sempre con il naso rivolto all'insù, verso la cima, verso la meta. All'inizio questo era la montagna per me: osservare il punto più alto, studiare il percorso e raggiungerlo.
Molte cose sono cambiare da quei primi tentativi
di ascese alle cime minori nelle prealpi lombarde, ma ancora cammino su quei sentieri. Sempre meno con l’idea della sfida con se stessi per conquistare il cocuzzolo e sempre di più con la volontà di condividere le emozioni del percorso con le persone a me care. Non più un percorso veloce per arrivare in cima, ma lento per godersi ogni passo, ogni attimo di fatica e ogni sorriso della giornata.
di ascese alle cime minori nelle prealpi lombarde, ma ancora cammino su quei sentieri. Sempre meno con l’idea della sfida con se stessi per conquistare il cocuzzolo e sempre di più con la volontà di condividere le emozioni del percorso con le persone a me care. Non più un percorso veloce per arrivare in cima, ma lento per godersi ogni passo, ogni attimo di fatica e ogni sorriso della giornata.
Con questo spirito ho affrontato la gita al monte Due Mani: non più da solo contro la salita, ma in compagnia di sei splendidi amici; tutti con la voglia di passare insieme una giornata memorabile, pronti a scherzare e divertirsi ma anche sostenersi e farsi coraggio nei momenti più faticosi, non importa quanto tempo ci avremmo impiegato.
Ecco, allora, che ripensando a questa bella e intesa esperienza subito affiorano alla nostra memoria i ricordi, i sentimenti e le emozioni forti che l’ascesa al monte Due Mani ci ha regalato e che ora custodiamo nei nostri cuori:
"Della salita al Due Mani ricordo il freddo pungente, il tratto finale ripido e insidioso e la cima avvolta dalla nebbia. Quando però si è in buona compagnia, questi sono solo piccoli dettagli di un'esperienza unica e ogni volta differente, che solo la montagna può regalare." (Davide)
"Nel cielo, nascosti tra le nuvole, ci sono sogni, cime solitarie, pecore e, spesso e volentieri, compagnie di amici esausti per la salita, cibo e soprattutto risate." (Daniel)
“L’emozione enorme di superare l’ultimo costone e trovarsi davanti questo spettacolo: La tenue luce del sole, che filtrava dalle nuvole basse, riflettersi sulla cima ricoperta di brina! Una meraviglia che colma gli occhi di stupore!” (Daniele)
“Quando riesci a convincere sei persone a svegliarsi la mattina presto per andare a fare una camminata in un giorno freddo e cupo, allora sei sicuro di aver trovato sei amici.” (Simone)
Alla prossima avventura!
Davide Manuel Bianchi, Daniel Cocchi, Daniele Besana, Simone Sala
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Il nostro gruppo durante la salita al monte Due Mani (1666 m.) |
Info Tecniche | |
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Difficoltà
|
Escursionisti (E - I° Livello)
|
Giro ad
Anello |
Partenza e arrivo da Ballabio (LC)
|
Sentieri
|
Ascesa: N° 30
Discesa: N°34 |
Tempo di
percorrenza |
Ascesa: 2.15 ore
Discesa: 2.45 ore |
Dislivello
positivo |
Circa 900 metri
|
Punti di
appoggio |
Bivacco Locatelli (cima);
Bivacco Emanuela (ritorno) |
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