Anche noi buraghesi, in quest’anno particolare in cui si ricordano i 30anni dalla caduta del muro di Berlino, abbiamo il nostro presepe in cui i muri sono protagonisti. Attenzione, non ci siamo messi d’accordo né con i presepisti del Santuario di Vimercate né con Banksy mentre pensava al presepe di Betlemme. Però una cosa è certa: muro e presepe quest’anno sono un binomio inscindibile, il dono di un Dio che è venuto, viene e verrà non può, nel contesto in cui viviamo, non farci riflettere sui muri della nostra vita.
Per capire il senso di questo presepe
abbiamo bisogno di un piccolo esercizio mentale: catapultiamoci nel medioevo; una città ha bisogno di mura alte e spesse per difendersi dai nemici, magari addirittura due cinte murarie per essere più sicura; ma allo stesso tempo ha bisogno dei mercanti che viaggiano per vendere e comprare merce che in quel luogo non si trova e loro hanno bisogno di poter entrare ed uscire dalla città. Ecco l’illuminazione che permette alla città di proteggersi ma anche di avere rapporti con l’esterno: dei portoni, dei varchi da poter comandare per scegliere chi entra e chi esce, chi deve rimanere dentro e chi deve rimanere fuori.
abbiamo bisogno di un piccolo esercizio mentale: catapultiamoci nel medioevo; una città ha bisogno di mura alte e spesse per difendersi dai nemici, magari addirittura due cinte murarie per essere più sicura; ma allo stesso tempo ha bisogno dei mercanti che viaggiano per vendere e comprare merce che in quel luogo non si trova e loro hanno bisogno di poter entrare ed uscire dalla città. Ecco l’illuminazione che permette alla città di proteggersi ma anche di avere rapporti con l’esterno: dei portoni, dei varchi da poter comandare per scegliere chi entra e chi esce, chi deve rimanere dentro e chi deve rimanere fuori.
Torniamo al presepe, nelle nostre mura ci sono ben due varchi: quello di destra ha i muri regolari, due sbarre, una dogana e una torre di controllo che vigila sulla zona tra i due muri per essere certi che il volere di qualcuno sia rispettato. Il varco di sinistra, invece, è irregolare, ci sono dei mattoni rotti, non ci sono controlli e c’è, tra i due muri, una famiglia con un mezzo di trasporto d’altri tempi, l’asino, e un antiquato sistema di riscaldamento, il bue.

Allora ci siamo capiti, il muro è un elemento passivo, non decide nulla, l’elemento dinamico è il varco. E il varco di sinistra, dove c’è la natività, è irregolare, è un muro crollato proprio per la forza del messaggio che il Natale ci porta: l’invito a una nuova mentalità, una mentalità basata sulla santità in cui il noi viene prima dell’io, in cui non si sceglie in base alle mie idee, ai miei obiettivi, ma si discerne, cioè si sceglie il bene comune. Sembra la solita storiella, ma non lo è! Quel muro crollato è il segno della potenza di una distruzione generatrice che, se accettiamo che agisca nella nostra vita, rivoluziona l’intero mondo che ci circonda portandolo ad un salto di qualità che solo delle mura fatte d’Amore può permettersi!
Queste parole che papa Benedetto XVI ha detto durante un’omelia ci possono aiutare a capire:
“I santi sono le mura che ci circondano. Sono loro che ci rendono impermeabili allo spirito del male, alla bugia, all'indisciplina, all'odio e alla mancanza di verità. Nello stesso tempo sono forza di invito, permeabili a tutto ciò che é buono, grande e nobile. I santi sono mura e porte nello stesso tempo. E in tutta sobrietà, noi stessi dobbiamo essere questi santi, cioé degli uomini che sono l’uno per l’altro delle mura che tengono lontano ciò che è contrario all'umanità e al Signore, mentre sono spalancati a tutto ciò che é ricerca, domanda e speranza in noi.”

Buon Natale
e Felice 2020!!
....wauu! comlimenti per la scelta, per i contenuti e per la realizzazione... finito i tempo di Natale speriamo che si realizzi nel nostro cuore quanto ci avete dato da riflettere!
RispondiElimina