venerdì 18 dicembre 2020

#19 - Le Montagne Addomesticate

  “ – Che cosa vuol dire: addomesticare?
– E' una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami…”
Il Piccolo Principe, Antoine de Saint-Exupèry

Neve bianca a perdita d’occhio che si posa indistintamente su tutto il terreno e sulla vegetazione cancellando le diversità, uniformando i cento colori dell’autunno nel bianco chiarore dell’inverno. Così magica per chi come noi vive a bassa quota e non è abituato a vederla ammantare ogni cosa da essere travolti dal suo fascino e rimanere senza parole davanti alle mille emozioni che ci suscita. 

Questo è il paesaggio che dal rifugio Calvi si mostra a noi. Sopra i 2000 metri l’inverno sembra essere

già arrivato coprendo percorsi, rocce, ruscelli con la sua candida neve. Dopo i mesi estivi passati a correre sui duri sentieri di pietra brulla piano piano il ritmo torna a rallentare. I passi si fanno più lenti affondando nella neve e i ripidi pendii impongono uno sforzo costante per evitare di andare fuori giri e rimanere senza fiato a metà salita. 

L’idea è quella di tornare su una vetta raggiunta qualche estate prima: monte Madonnino. È bello vedere come i paesaggi mutino con il susseguirsi delle stagioni, ritrovarsi a cercare con lo sguardo quei punti di riferimento che sono nei nostri ricordi, riconoscerli e ampliarne la memoria aggiungendoci l’esperienza che si sta vivendo. 

Solo così si può dire di conoscere veramente un posto, averlo visitato così spesso da diventare per noi una certezza come fosse una sorta di vecchio amico.  

Trovo una forte similitudine tra uomo e montagna. 

Una volta addomesticate, le montagne, ci infondono un senso di sicurezza e benessere paragonabile al dolce tepore dello stare in compagnia delle persone amate. 

Ogni passo non è più uno slancio verso l’ignoto ma un’esplosione di ricordi che ci scalda il cuore e rasserena l’animo. 

Una sensazione unica e bellissima.  

Purtroppo oggi non siamo riusciti a raggiungere la vetta causa neve instabile. 

Con noi rinuncia anche una bella compagnia composta da sei bresciani conosciuti proprio sull’ultima salita. 

Poco importa l’avere rinunciato, l’importante è avere familiarizzato ancora una volta con le nostre montagne e avere condiviso ancora una volta una giornata con loro.   

Simone Sala

Paesaggio salendo al passo di Portula (2273 m)


Info Tecniche
Difficoltà
Escursionisti (E/EE) 
Partenza
Carona
(1100 m s.l.m.)
Arrivo
Passo di Portula
(2273 m s.l.m.)
Tempo di
percorrenza
4 h (ascesa)          
Dislivello
positivo
1200 metri

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