Venerdì 26 novembre il nostro Auditorium ospita "Oibò sono morto" spettacolo
teatrale scritto, diretto e interpretato da Giovanna Mori e Jacob Olesen con
la collaborazione artistica di Giovanni Calò e Mario Guiducci.
Il cervello: se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione si indebolisce.
La sua plasticità è formidabile. Per questo bisogna continuare a pensare.
Rita Levi-Montalcini
Una surreale e divertente riflessione sul senso della vita, sul superamento
della paura attraverso la fede nell'uomo, nella curiosità e nell'incontro.
"Oibò sono morto" è apparentemente
un semplice pezzo di deliziosa comicità:
due anime che si ritrovano in un altrove non ben identificato dopo essere
morte inaspettatamente, nel pieno della sua vita. S'incontrano e si amano di
puro sentimento, per ovvia assenza di corpo, liberando tutta la loro fantasia
affettiva. Ma dietro l'incalzare del ritmo comico traspare una vena dolcemente
melanconica. Nel loro tenero ritrovarsi, le due anime non esprimono infatti i
sentimenti dei morti, ma il desiderio dei vivi: quel bisogno struggente di far
durare per sempre le emozioni, di portare con se, anche dopo la morte, quei
frammenti di gioia, spesso nascosti e dimenticati, che hanno reso la vita
migliore a noi e agli altri, di poter infine continuare a sentire coloro che
rimangono, benedicendo dall'al di là le giornate e i sogni di chi ancora vive
nell'al di qua.
Biglietto a 15€, 10€ per i minori di 30 anni.
Ingresso con Green pass.
Per partecipare è necessaria la prenotazione scrivendo a
tracciafuori@gmail.com. Per informazioni 349-1711747.
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